A los argonautas también se les denomina como pulpos de papel. Son una especie de pulpos que viven en Alta mar.
Las hembras de los Argonautas tienen una delicada concha translúcida que utilizan para protegerse y poner los huevos. Esta concha tiene forma de cesta espiral y es tan delicada que parece hecha de pasta de arroz. Ahí es donde la hembra coloca los huevos. Comienzan a construirla cuando todavía son crías y la mantienen cubierta con una membrana hasta que alcanza la dureza suficiente. La pueden abandonar ocasionalmente, pero si luego no la recuperan, no son capaces de construir una nueva y se mueren. La concha está hecha de carbonato cálcico y las glándulas que segregan el material de construcción están situadas en la punta del primer tentáculo de cada lado del cuerpo.
Presento un buen artículo sobre los argonautas, aunque está en italiano, lo cual me dificulta enormemente su comprensión. Pero no cabe duda que es uno de los más completos que he leido al respecto. El artículo está extraido del
Centro Malacológico Irpino.
GLI ARGONAUTA
di Stefano Orga
La storia degli Argonauta
La conchiglia prodotta dagli Argonauta è mitologica su questa si sono ispirati I poeti antichi ed hanno incuriosito gli scienziati del XIX secolo.E' improprio parlare di conchiglia per gli Argonauta, perché è prodotta in modo particolare, non come negli altri molluschi dal mantello, ma è prodotta da alcune ghiandole situate sulle due braccia superiori, che presentano all'apice ampie espansioni discoidali. Queste secernono la bellissima e delicata conchiglia nella quale l'animale accoglie, come in una barchetta galleggiante, le numerose uova. Questa è presente esclusivamente nelle femmine.
Per queste ragioni si definisce "conchiglia nidamentale" od ooteca (dal greco antico: casa delle uova), o anche presudo-conchiglia.
Gli Antichi Greci e i Romani vedevano l'argonauta come l'elegante "miniatura della nave costruita dal genio e dall'audacia dell'uomo, che per primo aveva osato sfidare i furori dell'onda infida".
Gli antichi credevano che l'argonauta fosse una specie di polpo con la conchiglia, nella quale la femmina deponeva le uova.
Per il grande filosofo e zoologo greco Aristotele l'argonauta: "è della natura di quegli animali che sono considerati straordinari, perché può galleggiare sul mare. Esso si eleva dal fondo rovesciando la conchiglia svuotata. Ma giunto alla superficie la capovolge di nuovo. Ha tra le braccia una specie di tessuto simile a quello che unisce le dita degli uccelli palmipedi, si serve di questo tessuto quando vi è un po' di vento [adoperandolo come vela], lasciandolo in acqua da entrambi i lati delle braccia, che gli servono da timone. Al minimo pericolo si tuffa in profondità, gli basta riempire d'acqua la conchiglia". La descrizione è tratta dalla Storia degli animali, libro III.
Per i navigatori dell'antichità classica incontrare un argonauta era ritenuto il più favorevole degli auspici, perché orientava la rotta e assicurava un viaggio sicuro, essendo la conchiglia degli dei.Sovente l'Argonauta assurgeva a divinità tutelare dei marinai. A tal proposito è opportuno ricordare l'antico poeta geco Oppiano di Anazarbo, del II secolo, che nella sua opera intitolata Sulla pesca, parla dell'argonauta così:
"O creatura marina giustamente cara ai naviganti, la tua presenza annuncia i venti dolci e amici; tu riconduci la calma del mare e ne sei il segno".
Nel 1758 il naturalista svedese Carlo Linneo, a questo particolare cefalopode, diede il nome di Argonauta, che nella mitologia greca era attribuito ai 50 eroi guidati da Giasone sulla nave Argo alla ricerca del "Vello d'Oro", come ringraziamento per la grande conoscenza che gli antichi Greci avevano di questo animale.
A questo punto pare opportuno ricordare che la specie descritta da Linneo è l'Argonauta argo.
Per tutto il 'seicento, il 'settecento e l'inizio dell'ottocento si riteneva che il polpo dell'Argonauta occupasse il guscio di un raro gasteropode abissale.Questo animale con le braccia e con il corpo a forma di sacco non riesce ad entrare del tutto nella conchiglia, un po' come i paguri che occupano le conchiglie dei Gasteropodi.
Un'altra teoria che dal 'settecento s'impose nell'ambito conchigliologico era che la conchiglia fosse fabbricata da un ignoto mollusco che vi aveva deposto le uova prima di abbandonarla, lo strano polpo prendeva la conchiglia e le uova, accudendo quest'ultime. Questi dilemmi furono risolti da alcuni naturalisti Italiani.Nel 1817, circa, il Re delle Due Sicilie, Ferdinando I di Borbone, ordinò che la piscina della residenza reale di Portici fosse fornita di tutti gli Argonauta vivi pescati nel regno. La piscina fu messa a disposizione del conchigliologo napoletano Francesco Saverio Poli, che poté studiare ed osservare la schiusa delle uova e il successivo sviluppo dei neonati, che erano del tutto simili al polpo Argonauta.
In questo modo si dimostro che le uova erano dello stesso polpo e non d'altri animali.
Nel 1820 la signora Jeannette Power, d'origine francese, residente a Messina allevò vari Argonauta argo, forando in più parti la conchiglia notò che dopo un po' di tempo il mollusco la riparava perfettamente secernendo il medesimo materiale. La signora inviò esemplari di argonauta a tutti i principali esperti d'Europa del tempo. Con le sue esperienze dimostrò che lo stesso polpo costruiva la conchiglia e che quest'ultima non era raccolta per abitazione come fanno i paguri.
Un'altra curiosità della storia degli argonauta riguarda il fatto che per secoli si sono conosciuti esclusivamente esemplari femmine, dei maschi non si sapeva niente.
Nel 1825 lo zoologo napoletano Stefano Delle Chiaje (Conservatore del Museo Zoologico Universitario di Napoli) catturò un Argonauta argo e vi trovò, ciò che egli stesso descrisse come, un verme parassita. Lo scienziato italiano osservò che il verme nuotava e strisciava in acqua per varie ore.
Nel 1829 il famoso naturalista francese Gregorio Leopoldo Cuvier ricevette cinque organismi vermiformi, estratti dagli Argonauta, questi erano circondati da oltre 90 ventose, egli convenne che si trattava di vermi parassiti, già descritti dallo zoologo italiano Delle Chiaje, che li classificò scientificamente con il nome Hectocotylus.
In seguito, furono classificati due generi di vermi parassiti degli Argonauta, con una specie ciascuno, Hectocotylus octopodis e Trichocephalus acetabularis.Nel 1845 uno scienziato svizzero Albert Kolliker esaminò l'ectocotilo e giunse alla conclusione che si trattava di un braccio di argonauta maschio che aveva raggiunto la femmina nella "conchiglia nidamentale" per accoppiarsi.
Lo scienziato svizzero ne fu così convinto che nel 1849 pubblicò un rapporto approfondito sui vasi sanguigni, sull'apparato respiratorio e sugli organi digerenti del presunto argonauta maschio.
Tra la fine del 1852 e gli inizi del 1853 il naturalista tedesco Heinrich Muller trovò nello Stretto di Messina vari piccoli "polpi" tutti con sette braccia ed un sacco ovale, dentro questo vi trovò un lungo braccio con circa 90 ventose ed il serbatoio dello sperma. Si trattava di argonauta maschi. Nel 1853 Muller riuscì a descrivere la vera natura dei presunti "vermi" che sono in realtà degli ectocotili isolati.
Egli spiegò che il braccio copulatore si stacca dal maschio durante o prima dell'accoppiamento, e penetra con movimenti autonomi nella cavità palleale della femmina, ove trasporta le spermatofore, realizzando in questo modo la fecondazione.
La classificazione
Scientificamente gli Argonauta appartengono al Phylum o Tipo Mollusca, alla Classe Cephalopoda, detta anche Siphonopoda, alla Sottoclasse Dibranchiata, detta anche Coleoidida, all'Ordine Octopoda detto anche Octobranchia, al Sottordine Incirrata e alla famiglia Argonautidae.
Il Phylum Mollusca comprende animali Metazoi in origine a simmetria bilaterale (modificata in alcuni gruppi), con corpo tozzo e molle non segmentato, distinto in due regioni capo e tronco, quest'ultimo comprende il piede e il sacco delle viscere. La massa viscerale è avvolta in una membrana detta mantello, che può produrre una conchiglia. Il mantello forma una plica che con il corpo determina la cavità palleale dove si trovano le branchie.
Il cuore è raccolto in una cavità precardica.
Il sangue contiene come pigmento respiratorio l'emocianina. L'uovo ha una segmentazione spirale. La larva è il veliger o una trocofora (simile a quella degli Anellidi). I Molluschi si distinguono in sette Classi: Aplacophora (ad esempio il genere Neomenia), Monoplacophora (Neopilina), Poliplacophora (Chiton), Gastropoda (Harpa), Scafopoda (Dentalium), Bivavia (Tridacna) e Cephalopoda (Argonauta).
La Classe Cephalopoda (detta anche Siphonopoda) è caratterizzata dalla trasformazione del piede in appendici (braccia) che circondano il capo. Hanno una formazione muscolare ad imbuto, situata centralmente al capo ed aperta nella cavità palleale che serve per l'espulsione dell'acqua.
I Cefalopodi sono i molluschi più evoluti, il sistema nervoso è centralizzato racchiuso in una capsula cranica cartilaginea. Presentano occhi molto sviluppati. La conchiglia è interna o assente. Vi sono due Sottoclassi Dibranchiata (ad esempio il genere Argonauta) e Tetrabranchiata (Nautilus).
I Cefalopodi della Sottoclasse Dibranchiata (detta anche Coleoida) sono provvisti di un paio di branchie, che si trovano nella cavità del mantello. I loro antenati fossili erano le Belemniti (Ordine Belemnita estinto) con conchiglie coniche interne, distinte in camere.
L'evoluzione ha portato a costituire delle conchiglie interne o ridotte, sviluppando notevolmente le capacità di nuoto. Sono animali predatori che nuotano rapidamente tenendo il corpo in posizione orizzontale.
La notevole agilità dei movimenti, le forti braccia e gli organi di senso consentono a questi di essere degli efficienti predatori. La Sottoclasse Dibranchiata si distingue in tre Ordini: Decapoda (ad esempio il genere Loligo), Vampyromorpha (Vampyroteuthis) ed Octopoda (Argonauta).
L'Ordine Octopoda (detto anche Octobranchia) presenta otto bracci o tentacoli uguali, questi animali hanno un corpo molle, a forma di sacco, la conchiglia è molto o completamente ridotta. Il terzo braccio è utilizzato come organo copulatore ectocotile. L'Ordine si distingue in due Sottordini Cirrata (ad esempio il genere Cirrothauma) e Incirrata (Argonauta).
Il Sottordine Incirrata, detto anche Incirrina, presenta otto braccia provviste di ventose con varie file. Questi Molluschi sono sprovvisti di pinne e non producono conchiglie. Il sottordine, generalmente, è rappresentato da cinque famiglie: Amphitretidae (ad esempio il genere Amphitretus), Argonautidae (Argonauta), Bolitaenidae (Bolitaena), Octopodidae (Octopus) e Vitreledonellidae (Vitreledonellidae). Alcuni malacologi aggiungono altre tre famiglie: Alloposidae (ad esempio il genere Alloposus), Ocythoidae (Ocytoe) e Tremoctopidae (Tremoctopus), con poche specie ciascuna.
La famiglia Argonautidae fu scoperta nel 1815 dal naturalista Rafinasque. Si tratta d'animali prettamente marini e privi di una vera conchiglia. Le femmine sono molto più grandi dei maschi; questi ultimi presentano un braccio del terzo paio allungato ed ectocotilizzato, che è contenuto in una tasca. Durante l'accoppiamento il braccio si libera per ricercare e penetrare nella cavità del mantello della femmina dove avviene la fecondazione, questa è una caratteristica della famiglia. Gli animali di questa famiglia sono forme nectoniche d'alto mare e sono piuttosto rare. La famiglia è distinta in quattro generi: Alloposus (con 3 specie); Ocytoe (con 1 specie); Tremoctopus (con 2 specie); Argonauta (con 4 specie). Secondo alcuni autori, in particolare il naturalista Voight, il quale nel 1997 ha esposto la tesi che la famiglia Argonautidae comprenderebbe esclusivamente il genere Argonauta, gli altri generi apparterrebbero a famiglie assestanti.
Gli argonauta
Il genere Argonauta fu scoperto dal naturalista svedese Carlo Linneo nel 1758.
Gli animali di questo genere presentano le otto braccia di lunghezza quasi uguale con due file di ventose, provviste di una bassa membrana palmare, che presenta 5 o 7 ventose basali. La base dell'imbuto è provvista di una struttura cartilaginea di chiusura, detta "bottone automatico" dell'imbuto, la ghiandola dell'imbuto è a forma di M.
Le femmine di questo genere con le due braccia dorsali, che sono ampliate in un lobo a forma di disco, sono ricche di ghiandole che secernono carbonato di calcio per formare una sottile "conchiglia", volta a spirale, non divisa in camere, che presenta pieghe trasversali e spigoli paralleli.
Ciascun lobo discoidale secerne mezza conchiglia, e la dove le due metà si congiungono, si forma la "chiglia", che è decorata con due file di pomelli, che corrispondono alle ventose delle braccia.
Le braccia dorsali delle femmine hanno una colorazione argentea, un po' più marcata se paragonata a quella delle altre.
Questa "conchiglia" non è secreta dal mantello come negli altri molluschi, quindi, non è una vera e propria conchiglia.
In essa sono deposte le uova, lunghe 3-4 mm. di diametro, vengono ammassate in grappoli composti da 500 circa uova, questi ultimi sono attaccati alla "apice interno" della "conchiglia". Qui vi rimarranno custodite fino al termine dello sviluppo, in seguito viene abbandonata.
La "conchiglia" è di consistenza papiracea, ed è definita nidamentale o anche ooteca.
Nel maschio il terzo braccio sinistro è ectocotilizzato ed è fornito di 50 paia di ventose, ed è racchiuso in un sacco. Lo sperma passa in un serbatoio alla base dell'ectocotilo. Quando questo riceve la sua parte di sperma irrompe sulla parete sottile dell'involucro che lo racchiude ed è pronto a staccarsi alla base del braccio per nuotare e dirigersi da solo verso la femmina. Esso è lungo fino a 60 mm., la dimensione varia a secondo la specie. Questo presenta un filamento che con le ventose aiuta l'ectocotilo ad aggrapparsi alle braccia della femmina finché penetra nella cavità palleale della femmina fecondandola.
Questo genere di molluschi si riproduce (nell'emisfero boreale) da maggio ad ottobre.
Raramente le femmine abbandonano la "conchiglia", questa funge da organo idrostatico, può galleggiare grazie all'aria contenuta nel vertice.
La bocca presenta due robuste mascelle. Il sacco dei viscerale è sprovvisto di pinne.
Esso è semitrasparente, le femmine presentano una colorazione argentea lucente o verde violetto iridescente, i maschi, invece, hanno una colorazione azzurrognola lucente con macchie gialle, rosse, brune e nere.
Le braccia sono di colore argenteo con sfumature viola e blu, in acqua i colori sono molto iridescenti.
Le femmine misurano dai 100 ai 450 mm., secondo la specie, invece, i maschi misurano massimo 50 mm. di lunghezza, la media è di 10 mm.
Gli occhi di questi animali non mostrano capacità di messa a fuoco o di variazioni di dimensioni delle pupille, ciò significa che l'animale non insegue la preda.
Gli argonauta avanzano come gli altri Cefalopodi adoperando i getti d'acqua che fuoriescono dall'imbuto per muoversi all'indietro nell'acqua e per manovrare.Per la respirazione l'acqua viene inspirata tramite una valvola situata dietro ciascun occhio, passa nella cavità del mantello dove si trovano le branchie ed esce attraverso l'imbuto (o sifone). La frequenza respiratoria è di circa 46 battiti al minuto, come indicano le pulsazioni di tutto il corpo.
Gli animali di questo genere si muovono in gruppo o soli, vivono in ambiente pelagico in prossimità delle coste.
Si cibano principalmente di piccoli pesci e di plancton, ma anche di crostacei e piccoli molluschi.
Nel caso in cui una femmina viene tocca sulla superficie delle braccia dorsali fornite del lobo discoidale, si difende un altro braccio spazzando in lungo ed in largo, come se l'animale cercasse di localizzare o afferrare l'agressore.
Talvolta gli argonauta sono stati visti seguire le meduse, ciò accade raramente, questo strano comportamento non si sa cosa significa.
Vivono nei mari caldi e temperati di solito nuotano vicino alla superficie, ma sono in grado di andare più affondo. Raramente si possono incontrare in gran numero in zone dove di solito sono rari.I principali predatori di questi molluschi sono piccoli Cetacei (delfini, tursiopi, focene, etc.) ed i grossi pesci spada, nei quali spesso sono stati rinvenuti numerosi rostri di argonauta.
La bellezza della "conchiglia" ha reso l'argonauta appetibile ai collezionisti e ai negozianti di "souvenir" marini; questo tipo di sfruttamento, a lungo andare, potrebbe minacciare la sopravvivenza di questi animali, definiti da Aristotele "straordinari".
Il genere è presente in tutti i mari (temperati, sub tropicali e tropicali) del mondo ed è distinto in quattro specie.
Le Specie viventi
Genere Argonauta
Argonauta argo LINNEO, 1758
E' l'unica specie presente nel Mar Mediterraneo [Cfr. SALVINI PLAWEN L. (1991), "Argonautidae", in RIEDL R. Fauna e flora del Mediterraneo, Padova 1991, pp. 358-359.].
I maschi misurano 10-20 mm., le femmine misurano, invece, 200-400 mm. di lunghezza, queste producono una "conchiglia nidamentale" bianca con sfumature marroni che va dai 50 ai 200 mm. di lunghezza e presenta numerose pieghe trasversali, ma l'apertura ha una forma quasi triangolare. Popola il Mediterraneo, l'Oceano Atlantico Europeo e la zona Caraibica, questa specie è presente anche nella zona Indo-Pacifica.
Nel 1936 numerosi esemplari di questa specie furono avvistati nel Mar Adriatico settentrionale con numerosi polpi.
La specie oggi è considerata non comune, invece nel Mediterraneo è rara.
Il principali sinonimi sono: Argonauta americana Dall, 1869, Argonauta argus Voss, 1977, Argonauta cignus Monterosato, 1912.
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